Paratie Aperte
Al momento dell’urto con lo scoglio alcune paratie erano aperte, portando al rapido allagamento del locale generatore e al conseguente blocco del sistema che ha precipitato nel caos la nave, inoltre la cartografia elettronica Ecdis, che correttamente attivata fa scattare l’allarme anti-incagliamento, sulla Concordia era presente, ma non abilitata.
Costa Concordia: paratie aperte causa del naufragio
Mentre la gita di Schettino in motoscafo è nel mirino dei pm, che vogliono verificare se il comandante abbia disatteso l’obbligo di dimora a Meta di Sorrento, dal Codacons arriva una nuova clamorosa indiscrezione sulle cause che hanno portato la Concordia al naufragio. Se infatti è fuori discussione che errore umano c’è stato, è anche emerso che al momento dell’urto con lo scoglio alcune paratie erano aperte, portando al rapido allagamento del locale generatore e al conseguente blocco del sistema che ha precipitato nel caos la nave.
Ad affermarlo è il team di consulenti messo in campo dal Codacons per fare luce sulla vicenda, che sotto la guida del professore dell’Università di Pisa Bruno Neri ha scoperto che quando la Concordia ha impattato con le rocce della costa del Giglio le porte stagne erano aperte e tali sono rimaste, nonostante diversi ordini di chiuderle: il primo, alle 22.45 (40 minuti dopo l’urto), da parte del primo ufficiale di coperta, Ciro Ambrosio, e il secondo per bocca dell’ufficiale di guardia Giovanni Iaccarino, registrato mentre ripete alla radio: “C’è acqua che entra dalle porte tagliafuoco, continua a entrare acqua dalle porte tagliafuoco…”.
La scoperta è riportata da Il Tirreno, che spiega che la convenzione Solas impone l’obbligo di chiudere le paratie durante la navigazione, ma che la capitaneria di Genova aveva concesso eccezionalmente alla Costa, se il comandante lo avesse ritenuto necessario, “di tenere aperte alcune porte stagne durante la navigazione”, a patto di annotare l’apertura e la chiusura delle stesse sul giornale nautico. Sulla Concordia invece “lasciare aperte alcune porte stagne durante gli spostamenti per favorire il flusso delle persone che dovevano lavorare” era una “prassi”, come confermano l’ufficiale di navigazione Simone Canessa e Iaccarino, che precisa: “Le porte 6, 7, 24 e le due porte del locale lavanderia venivano lasciate aperte, per una deroga della capitaneria di Porto di Genova”, evidenziando l’abuso della ‘misura eccezionale’.
La mancata chiusura delle porte tagliafuoco, dunque, è la causa del repentino ingresso dell’acqua nei locali e del conseguente blocco della strumentazione e di tutte le funzionalità della nave, mentre sempre dall’inchiesta del Codacons emerge che a determinare l”errore di valutazione’ di Schettino potrebbe essere stata una dotazione cartografica inadeguata. Sulla nave sono state infatti trovate mappe in scala 1:100.000, mentre per navigare sotto costa servono quelle in scala 1:2.000. Inoltre, la cartografia elettronica Ecdis, che correttamente attivata fa scattare l’allarme anti-incagliamento, sulla Concordia era presente, ma non abilitata.
Source: Excite
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